Da millenni, dalla pianura alla montagna, il pascolo delle greggi ha creato, mantenuto, migliorato, dato forma ai paesaggi. Queste pratiche favoriscono la biodiversità vegetale e animale. Esse sono ormai ampiamente riconosciute, in particolare nelle attuali misure agro-ambientali, nelle quali, sin dall’inizio, i pastori della regione sono coinvolti.
In montagna, il pascolo promuove la fruizione ricreativa dei luoghi; durante il periodo estivo, ma anche durante l’inverno, limitando, con il mantenimento di un’erba corta, il rischio di valanghe.
Nelle foreste costiere, la pastorizia consente la manutenzione delle barriere “rompi-fuoco”, limita la crescita della boscaglia, riduce i costi a carico dei contribuenti, previene gli incendi. È grazie a questa capacità che, da oltre due decenni, la pastorizia è un partner dei servizi forestali e delle autorità locali, in particolare nella gestione sviluppi silvo-pastorale.
Intorno alle città, le greggi conservano e mantengono numerose aree verdi e agricole. Questi spazi sono spesso i “polmoni verdi” dei comuni, oltre che elementi paesaggistici apprezzati dalla maggior parte dei cittadini.
Alla luce di queste sfide ambientali e paesaggistiche, i territori della pastorizia sono oggi spesso integrati all’interno di aree naturali protette. L’itinerario LA ROUTO permette perciò di scoprire i paesaggi della pastorizia del Parco Nazionale del Mercantour, dei Parchi naturali regionali della Camargue, delle Alpilles e del Verdon, della Riserva geologica di Haute Provence e di quella dei coussouls di Crau, o ancora di siti definiti “notevoli” (Site Gran Sainte-Victoire).
Questi paesaggi agro-pastorali sono ampiamente rappresentativi della diversità dei paesaggi mediterranei: “enganes” di Camargue, steppe della Crau, macchie del massiccio delle Alpilles o della Sainte-Victoire, percorsi pre-alpini, prati di fieno, pascoli delle Valli Ubaye o Stura … Questi fanno orama parte del patrimonio paesaggistico comune al Mediterraneo.
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Plaines de Meyran, Camargue, mai 2010. Ces plaines espaces furent longtemps un lieu central de regroupement et de triage pour les troupeaux transhumants de Camargue et du Languedoc.