La transumanza si svolgeva, a piedi, seguendo due principali direzioni: una prealpina, l’altra alpina.
La prima partiva dalla Crau occidentale (Fontvieille). Le greggi varcavano, a Tarascon, il Rodano, per poi risalire la valle. Si seguiva, quindi, la vecchia strada romana. Si percorreva la riva destra fino a Pont-Saint-Esprit, al fine di evitare la tassazione papale del Contado Venassino, per poi passare sulla sponda sinistra e raggiungere il Vercors.
Le vie alpine erano, invece, principalmente tre. La prima raggiungeva Sisteron seguendo un percorso a ovest della Durance, la quale si attraversava o a Cadenet, tramite traghetto, o a “pertuis” di Mirabeau, uno dei più antichi ponti che collegavano la bassa Provenza alle Alpi. Il tragitto proseguiva in direzione della regione di Serres, seguendo il Buech, per poi dirigersi verso il Dévoluy (Hautes-Alpes).
Le altre due vie seguivano un percorso a est della Durance, in direzione dell’Embrunais e dell’Ubaye. Queste superavano, attraverso percorsi paralleli, la bassa Provenza, Valensole, la parte meridionale delle prealpi di Digne, per ricongiungersi, infine, in questa città. Un tragitto unico conduceva fino a Seyne.
Le greggi in partenza dalla Crau seguivano l’antica via Aurelia fino a Eguilles. Una “draio” superava, a nord, Aix-en-Provence per poi attraversare i boschi sulle pendici del Grand Sambuc, a nord di Saint-Marc e di Vauvenargues. Le greggi raggiungevano così Rians, Quinson, Riez, Puimoisson, Mezel, Digne, La Javie e Seyne.
Una biforcazione permetteva a uno dei due rami di raggiunger Savines, nell’Embrunais, per risalire in seguito la Durance. L’altra via superava il crinale tra la Blanche de Seyne e l’Ubaye, per poi, risalendo la valle a partire da Méolans, arrivare alla Haute Ubaye ed infine in Piemonte, attraverso il Colle della Maddalena.
P. Arbos – La vie pastorale dans les Alpes françaises (Armand Colin, 1922)
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"La grande transhumance ovine, une pratique méditerranéenne". Données de recherche : J.C. Duclos et P. Fabre. Cartographie N. Esperguin, CPI Musée Dauphinois, 2004.